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06-10-2015

Grazie Krzysztof, grazie Eduard, per aver mostrato al mondo la normalità dell’amore

Il monsignore vaticano diventato un caso mondiale dichiarando, proprio il giorno prima del Sinodo sulla famiglia, di essere omosessuale, e di avere un compagno, si chiama Krzysztof Charamsa. Krzysztof come Cristoforo, «colui che porta Cristo», sottinteso «nel cuore».

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A cominciare dal nome, ogni dettaglio del suo coming out, dalle dichiarazioni in cui «come povero membro della chiesa cattolica» chiede perdono «ai fratelli e sorelle omosessuali, lesbiche, bisessuali, transessuali e intersessuali per i ritardi epocali, le sofferenze e l’esclusione» alla dedica «alla persona che amo, al mio Eduard, perché senza di lui non avrei saputo come trasformare la mia paura nella forza dell’amore, lo dico come sacerdote cattolico innamorato di un uomo », era degno di una puntata di Tempi moderni (il programma che facevamo vent’anni fa su Italia Uno) o di un film di Almodóvar.

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Al di là di ogni considerazione sul significato politico del gesto del monsignore polacco da diciassette anni in Italia, un rispettato teologo con incarichi prestigiosi, mi sembra che sia il valore simbolico e narrativo del suo gesto – l’abbraccio del commosso Eduard, l’emozione e il coraggio di entrambi, addirittura il modo in cui erano vestiti, Krzysztof in clergyman e Eduard in giacca, la riga da una parte e il viso pulito di entrambi – ad avere una forza dirompente.

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Come ha detto non so più quale cardinale, nessuno ti obbliga a fare il prete cattolico, quindi non mi stupisco delle reazioni della Cei. Monsignor Charamsa sapeva bene che cosa sarebbe successo. Ma non si può non essere contenti alla vista di una scena simile, e di fronte a una decisione del genere, se si è sensibili alle tematiche dei diritti.

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La scelta di questi due uomini innamorati, la loro normalità, il fatto che sembrino due avvocati di Manhattan invece che un monsignore polacco col suo compagno catalano, aggiunge un capitolo importante a quella che è la troppo lenta ma irreversibilmente inesorabile accettazione dell’amore tra persone omosessuali, in Italia e nel mondo. Quante coppie che si nascondono o che soffrono o che si sentono discriminate e impaurite potranno sentirsi più sicure, più normali, più accettate, pensando al gesto di monsignor Charamsa?

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Mi immagino le foto dell’abbraccio di Krzysztof e Eduard che arrivano sui giornali di tutto il mondo, facendo fare un altro pezzetto di strada al cammino dei diritti, e della normalità dell’amore. E sorrido.

http://barbablog.vanityfair.it/2015/10/06/grazie-krzysztof-grazie-eduard-per-aver-mostrato-al-mondo-la-normalita-dellamore/